La magia delle sigle: ritornare bambini

Ogni tanto fa bene tornare bambini, rivivere le emozioni provate durante l’infanzia, riaprire vecchi scatoloni alla ricerca di giocattoli impolverati – da mostrare ai figlioli facendosi dare del “vecchio”, oppure semplicemente per far riaffiorare goccioloni di lacrime per nostalgia dei tempi andati, quando, senza preoccupazioni ed ansie, tutto ciò che bisognava pensare era a cosa giocare il giorno dopo.

Molto spesso i fiumi della nostalgia riaffiorano dal terreno della memoria anche ripensando ai vecchi cartoni animati che guardavamo incantati da piccoli, correndo a casa dopo scuola per non perdercene neppure una puntata, davanti ad un’abbondante merenda a base di pane e Nutella, e per cantare a squarciagola le fantastiche sigle che precedevano le gesta dei nostri eroi animati.

E molto spesso sono proprio queste sigle a rimanere impresse negli anni, oscurando magari la memoria da un cartone animato un poco scadente che a ripensarci oggi chi chiediamo come potessimo esserne così appassionati. Sono queste canzoni a generare fiumi di lacrime, a far accendere la lampadina, a farci esclamare “ma questo lo conosco!”. Sono proprio questi pochi accordi in rima a compiere la magia, più di qualunque altro pezzo musicale. Non ci credete? Facciamo un esperimento. Leggete ad alta voce questi versi:

Si trasforma in un razzo missile
Con circuiti di mille valvole
Tra le stelle sprinta e va.
Mangia libri di cibernetica
Insalate di matematica
E a giocar’ su Marte va.
Lui respira nell’aria cosmica
E’ un miracolo d’elettronica
Ma un cuore umano ha.
Ma chi è ?
Ma chi è ?
Ufo Robot Ufo Robot

Oppure per i ragazzi della mia generazione:

Voglio andare dove mi va
e non fermarmi qua
Questo viaggio mi porterà
da tutti i Pokemon
Girovagando per il mondo
la mia sfera lancerò
ed ogni Pokemon così
cattureròòòòò
Viva i Pokemon
tosti e prorompenti
tutti differenti
Gotta catch’em all
ogni Pokemon è il più scoppiettante
furbo e accattivante
viva i Pokemon

Scommettiamo che avete fatto fatica a leggere queste strofe senza mettervi a cantare involontariamente? È questa la magia delle sigle, canzoni spesso (e ingiustamente) considerate di serie B e per bambini, ma che in realtà sono un genere musicale a sè, tra i più difficili in assoluto.

Produrre una canzone con musica martellante, rime semplici ma efficaci, e testo facilmente memorizzabile dopo un solo ascolto e in grado di rimanere in testa inconsciamente anche 30 anni dopo, non è cosa da tutti.
Non è un caso che la Mediaset dagli anni ’90 abbia sempre mantenuto per le proprie sigle l’accoppiata vincente Giorgio Vanni e Cristina D’Avena (e rispettivi collaboratori, parolieri e compositori).
E non è neanche un caso che l’Italia abbia sviluppato una vera e propria industria dedicata alle sigle (con tanto di CD audio, esibizioni live, ecc.) producendone di originali (sia musica che testi).
Si tratta infatti di una particolarità tutta italiana, perchè solitamente gli altri paesi si limitano a realizzare adattamenti più o meno riusciti delle originali provenienti dal Giappone (sì, se ve lo state chiedendo, la maggior parte dei cartoni animati che avete visto da piccoli sono produzioni giapponesi, “anime” per i puristi), paese che anch’esso possiede un’industria dedicata alle sigle, ben più grande della controparte italiana (basti pensare che per ogni serie vengono realizzate 4 sigle, due di apertura e due di chiusura, contro la singola italiana, per un totale di 140 ca. anime diversi ogni anno. Un numero spropositato).

Insomma, in questo sito (in continuo ampliamento) mi proporrò di commuovervi, emozionarvi, farvi venire il magone per i tempi andati, riproponendo le sigle più importanti, particolari, famose e amate di sempre, perchè bambini si è per poco tempo, ma si può ritornare ad esserlo se si vuole.